Oggi si parla di… diavoli! Ebbene sì, Graphé.it Edizioni ci propone un piacevole saggio dedicato alla figura di un demone medievale, in particolare, che nel corso dei secoli si è «evoluto», diciamo così, fino a diventare una sorta di patrono di scrittori, giornalisti, tipografi. Il suo lavoro? Raccogliere refusi!
Parliamo di Titivillus, nome che troviamo per la prima volta nel 1230 in Guglielmo d’Alvernia. Si tratta di un demone grammatico e notaio il cui compito è quello di raccogliere, annotare, collezionare i refusi: dagli errori dei chierici durante le liturgie ai pettegolezzi delle donne durante le funzioni religiose. Lo scopo? Usarli a mo’ di accusa nel giorno del Giudizio Universale.
Scaturito dall’immaginario medievale, ricco in figure demoniache cui spesso erano attribuite doti nella scrittura, il demone Titivillus si è visto assegnare nomi e ruoli differenti. Descritto come intento ad annotare su una pergamena peccati, pettegolezzi o omissioni liturgiche, oppure a distrarre la concentrazione di monaci e fedeli, in tempi più recenti – grazie a un fraintendimento o a un giocoso travisamento – questo personaggio si è trovato a incarnare il diavolo dell’errore tipografico. Nel prezioso saggio che avete fra le mani, l’autore illustra la storia poco nota di questo curioso «demone dei refusi».
La figura di questo demone è stata studiata dal professor Julio Ignazio González Montañés, storico e docente spagnolo, e noi della Graphe.it edizioni pubblichiamo in italiano il risultato dei suoi studi.